Sull’erba verde
quel che non stona è solo
un bimbo scalzo.

Sembra una pigna,
il merlo. No, è la pigna
che sembra un merlo.

Le scimmie covano
noci di cocco e sognano
pulcini d'uomo.


Sapendo il furto
furto di refurtiva,
s’indigna, il ladro.

Barche sul fiume.
Felicità del tappo
nella corrente.

La neve e il sale:
la stessa voce bianca
dai monti al mare.

La merce. In cambio,
un merci suffisait.
Voilà son nom.

Caffè solubile.
Liberato in vita o
dopo la morte?

Sto uscendo, mosche.
Potete far l’amore
in santa pace.

La raganella.

Sincroni, il salto e il tonfo,
nel vecchio stagno.

Il sole cala
ed anche le locuste
volano basse.

Stelle cadenti.
Ne avessi vista una
che fosse una.

Alba di gloria.
Sembra apprettato, il blu,
in giorni simili.

Aghi di pino. 
Ognuno ha la sua perla
cucita addosso.

Ortensie blu,
pallide in una pioggia
di luna blu.

Uomini, barche
che salpano al tramonto.
Nessuna traccia.

Povera quercia,
con la bava alla bocca
e il culo in fiamme.

Chi lo restaura,
un carcere, se non
un carceriere?

La segatura
nella cassa del morto
denuncia il vivo.

Finché la rosa
fiorisce, l’Anticristo
è imbavagliato.

La felce sputa
lingue di menelik
anche in quaresima.

Dolce far niente,
senza pensare a perdite
ed a guadagni.

Mondi fetenti,
l’inferno; profumati,
il paradiso.

Trent’anni. Eppure
l’edera e il gelsomino
s’amano ancora.

Traffico. Un feretro
e basta, in ogni bara,
anziché quattro.

Accattonaggio,
mestiere esercitabile
solo in città.

Tu speri, io temo,
tu destra ed io sinistra,
tu Budda, io Budda.

Preziosa, umile
che appena può s’abbassa,
sa di Tao, l’acqua.