Fiori d'arancio
tra il ciliegio e la quercia.
Io, testimone.

Il ragno tesse
e d'ogni ago di pino
cerca la cruna.

La coccinella,
piegato un filo d'erba,
lo scopre fionda.

Stelle minuscole
e lucciole maiuscole,
tra luglio e agosto.

La gemma spinge
e la corteccia s'apre,
senza cesareo.

La neve imbianca
tutto, tranne il tuo naso
rosso, da clown.

Radicchio, indivia
e lattuga: insalata
come bandiera.

Ad asciugare,
insieme ai panni stesi,
l'arcobaleno.

Il girasole,
come un cane fedele,
segue il padrone.

Rima baciata
e corrente alternata.
Roba da vecchi.

Poeta in erba
e non di rado in fiore,
ogni bambino.

La rosellina
battezzata da un cane
non si lamenta.

Non ti distrarre,
gabbiano, mentre voli,
sennò vai a sbattere.

Bótte di luna.
Nuova, un quarto o tre quarti,
sei sempre piena.

Anche se l'onda
ti lecca i piedi, tu
non darle retta.

Siamo coetanei
e forse compaesani,
la quercia ed io.


Senza parole,
il fiore chiuso nel
vocabolario.

Regna l'inverno.
Ma dentro casa, al caldo,
è una repubblica.

Macchie indelebili,
quelle della vecchiaia.
Grattarsi è inutile.


Caldo. Afa. Un verme
si sventola con le ali
di due piccioni.


Becco appuntito,
scrive qualcosa in braille,
una cornacchia.

Tutti i ricordi
il tempo, pescatore,
li vira a seppia.

Formiche, lava
di un piccolo vulcano.
Non era spento.

Manca una virgola,
ora che se n'è andato
il moscerino.

Per quale scopo
il cedro ha incaprettato
'ste margherite?

Necessità,
le trombette dei morti
sotto il cipresso.

Soffio di vento
in salsa di cipolla,
aglio e prezzemolo.

Smeraldo e argento,
i tuoi orecchini sembrano
foglie d'ulivo.

Vecchio computer.
Ci si è installato un ragno
e senza password.

È un gran burlone,
il salice piangente:
ride con gli occhi.

Il sangue blu
ce l'hanno il cielo, il mare
e il sottoscritto.

Lo scudo d'oro
dello scarabeo brilla
di luce propria.

Pericoloso,
'sto sole. Accende il fuoco
e s'addormenta.

Pareva immerso
nei suoi pensieri, il pesce,
prima del guizzo.

I fiori ballano.
Hanno imparato i passi
dalle farfalle.

Troppo impetuoso,
il vento. Qualche foglia
s'attacca al tram.

Mattino. Il sole
s'arrampica su un muro
e lo scavalca.


Fanno collane
di perle di rugiada,
i fili d'erba.

Il vento dona
i fiori che non vuole
tener per sé.


La goccia è acqua,
ma l'acqua non è goccia.
L'uomo è Dio, ma ...

Colpo di vento.
La rosa sfugge al cappio
dei rampicanti.

Il crisantemo
non sa che cosa siano
farfalle ed api.

Azzurro il principe
e turchina la fata,
chi ha il sangue blu.