Con due carezze
il gatto ti regala
la scienza in fusa.


Giardini pubblici.
Tua figlia in bicicletta,
già madre, nonna.

Farfalla gianca.
L’âa ch’a ghe fa da veja
un po’ ‘a s’imbòsa.

S’inchina, il vento,
ad annusar l’ascella
della mentuccia.

Nati per acqua,
vivi per aria e fuoco,
morti per terra.

Verde speranza,
l’edera che s’ostina
a non morire.

Il pane, il vino.
La terra si fa aria
e l’acqua fuoco.

Piccola quercia,
cosa farai, da grande?
Dove sarai?

Un individuo,
pellicola che avvolge
altri individui.

Stasera, i grilli,
si sente che han studiato
la partitura.

Culi sontuosi,
le pentole di rame
alla parete.

Sfilacciature
e strappi. In cambio, fusa.
È un bisinissi.


Molti sentieri
ma, dopo la scalata,
la stessa luna.

Aghi di pino.
Il vento ordisce e trama
i suoi tappeti.

La stessa rondine,
su gronde di castello
e di tugurio.