L'agge veré.
A costo 'e murì, l'agge
veré, 'a Maronna.


Se a Guadalupe
Ti si vede meticcia,
a Nagasaki ...

Mi può mancare
un dito, una rotella,
ma non la fede.

È tutto scritto,
sì, ma il libero arbitrio
è analfabeta.

M'hai fatto nascere
qui ed ora. Non mi piace,
ma Ti obbedisco.

L'inspirazione
come l'espirazione:
stessa durata.

Longevità?
Non m'interessa, ma,
se vuoi, sta bene.

Morire è
smettere di sognare
e di russare.

Ci vuole un fegato
che io, cacone, non ho
per esser poveri.

Dalle mie ceneri,
cemento e pozzolana
per nuove ceneri.

Mia madre, foto
in bianco e in nero e fiori
coloratissimi.

Dentro la tomba
ricorderò ben poco
di ciò che ho letto.

È mezzanotte.
Le tracce sulla neve
portano in chiesa.

Rintocca l'Angelus.
Ma ha le mani legate,
il pomodoro.

Rigore, metodo,
la nenia del muezzin
e la preghiera.

Immersa in acqua,
la padella del sole
sfrigola e fuma.

Per decorare
tutto il recinto bastano
dieci farfalle.

La stalla è vuota,
ma l'eco dei muggiti
rimbomba ancora.

Stanco e affamato,
vuol cibo e quiete, il gatto
(turno di notte).

Rose appassite,
al ritorno in ufficio
dopo le ferie.

Ma come fa,
l'orologio, le braccia,
a non slogarsele?

Se le parole
non le sa o sono stupide,
il merlo fischia.

Un vento simile
incoraggia a volare
perfino gli alberi.

A rammendare
i buchi delle stelle
ci pensa l'alba.

Sembra dormire,
il cigno, su una nuvola
bianca di piume.

Appena nato,
l'agnello vive l'ultima
sua primavera.

Scuola materna.
Sull'altalena gioca
solo un fringuello.

La nebbia sa
di lievito di birra.
E se mi fermano?

Prima di farlo
l'osserva bene, il buco,
il picchio cauto.

Un solo ponte.
Ma sopra si cammina,
sotto si dorme.

Due litiganti.
Una zanzara, equanime,
punge ambedue.

L'ape regina
non lavora per sé,
ma per il regno.

Vorrei una casa
che, messa sottosopra,
diventi un'arca.

L'erbetta tenera
verdeggia di speranza
di lunga vita.

Stridìo di freni.
Planare di cornacchie
su una carogna.

Irridescenza,
quando l'arcobaleno
ti prende in giro.

Compare Sole
scompare, ricompare
e riscompare.

Panna e amarena.
Nuvole di gelato
all'orizzonte.

Gatti sfamati,
gatti assopiti, gatti
che vorrei esserlo.

Lei nella cesta
e lui nella carriola,
come mio nonno.

Secondo me,
c'è un tipo di formiche
che ciànno il turbo.

Venere e Marte
congiunti in cielo. E noi
congiunti in terra.

Donne mature,
legno ben stagionato
e vino vecchio.

Sabbia finissima.
Ogni granello, un uomo,
sabbia a sua volta.

Un bel culetto
dimostra che la vita
è cosa tonda.

Cento cavalli,
in proporzione, il cuore
d'una formica.

Il sole stinge
e fa del blu dell'acqua
porpora ed oro.

Più delle date
s'avvicendano i gatti,
nel mio passato.

Un velo d'acqua,
su una lastra di marmo,
ne svela il fuoco.

Gatti, patate
e una padella volano
a bassa quota.

Come un coperchio,
il buio della notte
ci cala addosso.

Un nastro grigio
rosa di fenicotteri,
il lungolago.

Una formica
trascina una compagna
morta per sbaglio.