Laghetto rosa.
Son tutti parcheggiati
lì, i fenicotteri.
Serve una falce.
Come lo rubi, il grano,
senza la luna?
È l'alba. Il sole
spunta dalle finestre
del sesto piano.
31 dicembre,
ben pochi morti. Bombe
intelligenti.
Anche quest'anno
guaderemo l'inverno,
tu ed io? Chissà.
Pronta consegna.
Il passero va e torna
col pranzo, al nido.
Sei una pallottola
sparata a salve o il matto
che è mio nipote?
Ha vinto l'ombra.
S'è vendicata. All'alba
vincevo io.
Strada fangosa,
ricordi che l'altr'anno
ti camminavo?
Alcool nell'alito
e profumo sul collo.
Donna in carriera.
Ancora calde,
le farfalle abbracciate
al radiatore.
Bianchi ikebana
sui tetti rossi, i nidi
delle cicogne.
God bless you, bless you ...
Gli s'è incantato il disco,
al mendicante.
Fiocca la neve.
Ma il mio cappotto bianco
non se ne accorge.
È un ghirigoro
sul lago, il pennarello
d'oro del sole.
Zampette d'anatra,
motore in acqua e poi
carrello in aria.
Per simpatia,
sulla spiaggia anche il pino
è verde-mare.
Ombre di zingari.
Chissà se la conoscono,
la nostalgia?
Squìcciti-squàcciti,
pestando una poltiglia
di sterco e neve.
Il mare luccica.
Vado a pesca di stelle,
con questa luna.
Grazia divina,
i fiori d'oleandro
assunti in cielo.
Acqua dal basso.
L'ombrello, la ninfea
l'apre al contrario.
Rosa canina,
variazioni su un tema
dal bianco al prugna.
Sotto le ali,
l'anatroccolo, il becco
e io, una baguette.
Negozio chic.
Mettono soggezione
anche le mosche.
Lumaca esperta,
scivoli sul bagnato
senza sbandare.
Melassa, zucchero ...
No. Sale, pepe, rafano
e un po' di zenzero.
Portabagagli
pieno di legna, meglio
di un deodorante.
Non è di peso
né a se stessa, né agli altri,
la leggerezza.
Sei onnipotente,
ma a tua insaputa e spesso
a tuo malgrado.